Del resto la struttura è costruita con pezzi componibili che vengono dalle olimpiadi invernali di Torino. É ovvio che non si tratta di un'architettura in grado di rimanere a lungo all'esterno e, comunque, necessiterebbe di maggiori interventi e protezioni per tutti i 365 giorni che compongono un anno. La situazione attuale prevede, oltre al degrado della struttura, anche molti pericoli derivanti dall'usura delle protezioni esterne che dovrebbero evitare che tutti entrino nel teatro facendo i propri comodi senza alcun controllo. La rete che recinta l'arena è ormai un colabrodo ed è penetrabile da diversi punti del perimetro che circonda il teatro. La preoccupazione dei cittadini è rivolta soprattutto ai bambini che, giocando nel parco, potrebbero trovare interessante un'escursione in un'area come quella. Il rischio di farsi male c'è per tutti, ma quando si tratta di bambini e ragazzi giovanissimi l'attenzione deve essere sempre alta. I più grandi, oltre a lanciare l'allarme sicurezza, vorrebbero che quell'area ritornasse libera come un tempo. Di sicuro i progetti di farla rivivere con un'idea così innovativa vanno considerati falliti a questo punto. Non ce ne sono altri, certo, ma che almeno, chiedono i cittadini, si liberi lo spazio verde narnese da tutto l'ammasso di ferri e plastica che compone il teatro nel pieno degrado. In più da alcune parti politiche potrebbe partire anche un esposto alla Corte dei conti visto che sono ormai note a tutte le agevolazioni fiscali che l'amministrazione comunale ha accordato alle organizzazioni che si sono susseguite negli anni. Un modo per investire in parte nelle iniziative di imprenditoria culturale che rimane pur sempre un tentativo coraggioso e importante, ma a quanto pare mal calibrato e di complessa realizzazione in un territorio come quello narnese. Da due anni il teatro è fermo e l'amministrazione comunale non ha ancora deciso come risolvere la questione. Non c'è neanche un'ipotesi valida e concreta per "riciclare" la struttura, che è ormai difficilmente vendibile, per ricollocarla magari in un altro sito. Magari nella vicina Terni
Cesare Antonini
Corriere dell'Umbria Domenica 30 Gennaio 2011
Nessun commento:
Posta un commento