lunedì 3 giugno 2013

Gli studenti della 4B delle Scuole Elementari di Narni, spiegato agli adulti l'antico Egitto



Per la chiusura di quest'anno scolastico 2012/2013, al Museo Eroli di Narni , segnaliamo una originale e stimolante lezione tenuta dai giovani studenti della classe 4B,  che è stata la conclusione di un progetto sullo studio innovativo della Storia collegata con il territorio.
Tale iniziativa ha coinvolti i ragazzi della scuola Primarie di Narni , che durante il percorso scolastico, hanno studiato approfonditamente il periodo degli egizi, non solo nelle aule con i propri insegnanti, ma anche presso il Museo Comunale.

In una decina di incontri, hanno infatti avuto l'opportunità di interagire ed apprendere a contatto con le esperte di Sistema Museo, avvicinandosi allo splendido reperto archeologico contenuto nella sezione interessata: il sarcofago con la mummia di Narni, donata al comune narnese nel 1930 .

I bambini, dopo aver partecipato al progetto, hanno preparato l'evento conclusivo, ovvero una sorta di lezione rivolta agli adulti, principalmente ai genitori, inerente tutto ciò che avevano appreso sulla civiltà dei Faraoni e dell'antico Egitto.

Hanno quindi spiegato dettagliatamente con immagini e video il mondo dei Faraoni egizi, illustrando come vivevano , come si vestivano , cosa mangiavano, le varie dinastie ed in particolare la piramide sociale , che vedeva dal Faraone ai notabili e generali , dagli scriba agli artigiani per arrivare fino agli schiavi.
In particolare oltre a ricreare i costumi di tale periodo , i ragazzi hanno realizzato lo shaduf , che è uno strumento semplice e ingegnoso adottato   dalle popolazioni egiziane per pescare acqua da fiumi e laghi e alimentare i loro canali.

Ma la sessione dei piccoli "esperti di storia" non si è fermata solo ad una spiegazione orale, infatti, per entrare meglio nella parte, essi si sono vestiti, proprio come ai tempi dei loro racconti, guidando gli ospiti nelle sale del Museo e concludendo il tutto con una merenda in perfetto stile egiziano.


Un modo questo per rendere più attivi e partecipativi i giovani volenterosi che, a quanto pare, resi tanto protagonisti dell'evento, si sono impegnati particolarmente dando il meglio di loro stessi.

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