mercoledì 16 maggio 2012

"Comitato Pro Narnia": intenti, ricerche e documenti

NARNIA RINASCA A NARNI!


"Comitato Pro Narnia": questo il nome del gruppo che si è costituito spontaneamente su facebook pochi giorni dopo l'inizio del periodo dei festeggiamenti della Corsa all'Anello, e che ha visto subito una buona adesione con oltre centocinquanta membri.

Tutto è nato dalla consapevolezza di alcuni narnesi riguardo l'importanza di valutare seriamente l'ipotesi di restituire alla nostra città la sua vera identità, tornando all'autentico e poeticissimo nome presente in tutti gli antichi documenti.

Da qui, per cercare di coinvolgere quanti più cittadini possibile, quasi come un gioco, si è proposta una sorta di caccia al tesoro: cercare NARNIA a Narni.
Sono arrivate così decine e decine di foto e post di vario genere, tutte recanti il nome Narnia, provenienti da iscrizioni presenti su lapidi, spartiti musicali, libri su Narni e sulla via Flaminia, etc., mappe di tutte le fogge, dipinti e quant'altro.


Molti i riferimenti a Narnia che si trovano, partendo dall’imperatore Romano Cocceio Nerva, sia nei libri "Narnia visione storica" di Leo Montecchi del 1925, che in testi come "Narni" di Mario Bigotti, Guido A. Mansuelli e Adriano Prandi, che riportano la Narnia nell’era imperiale e tardo antica.



Dalla "Cronistoria Narnese" di Martinori riemergono scritte come “Narnia imperio Nervam genui Mitrae que Ioannem”, che comparivano anche in un antico bollo usato sino al 1600 dal comune di Narni; un calco in gesso di tale bollo fu donato dall’Ingegner Martinori al comune di Narni.
Ancora nel 1790 il nome di Narnia compariva nei documenti: ne è ad esempio testimonianza il frontespizio del un "Salterio" settecentesco (ovvero una raccolta di salmi/inni) oggi conservato nella biblioteca municipale a Palazzo Eroli.
 Emergono poi anche tanti dettagli storici relativi alle origini, come il fatto accertato che a partire dall’anno 299 a.C. i romani conquistarono l’antica Nequinum, imponendole da tale data il nome Narnia che poi sarà usato per millenni.
Da un interessante testo medioevale scaturisce, relativamente a San Giovenale e la città di Fossano: “Sequitur legenda translationis Sancti Juvenalis episcopi narniensis. Virelicet quio eius corpus fuit translatus de Narnia in Foxanum”; si tratta della cosiddetta "Legenda translazionis Sancti Juvenalis", un manoscritto del XIII sec. conservato nell'archivio Capitolare della Cattedrale di Fossano.


 Sempre a Fossano, nell’Officium Rythmicum Sancti Juvenalis (Messa di S. Giovenale presente in un Codice anonimo copiato in un monastero dell'Italia settentrionale alla fine del XIV sec.) si legge: "Oriundus ex Africa hospesque philadelphie Episcopus in Narnia consors paterne glorie".
Molte poi le citazioni relative ad Erasmo da Narni con il classico e storico detto “Narnia me genuit, Gattamelata fui” che si ritrova in stampe e testi, oltre che nelle antiche foto della casa natia del grande condottiero a Narni. 
Narnia compare più volte nei testi del libro "Il Problema Igienico negli Statuti Di Narni Del 1371"; ancora Narnia su due lapidi poste sulla facciata del Comune datate 1641 e 1722.


Altre chicche pittoriche sono la foto tratta dall'affresco presente a Gualdo di Narni nella chiesa SS. Pietro e Paolo, dove si puo’ leggere  “Carolus Benincasa de Narnia Pingebat, anno 1646", nonchè il dipinto murale in forma di medaglione a palazzo vescovile raffigurante la "Beata Lucia de Narnia".

Nell'epigrafe in bellissimo marmo nero presente in Duomo si legge "Santo Iuvenali martire Episcopo Narniense Fundatori Primo salutis ac fidei parenti optimo pastorique suo Narnia Universa supplex animi grati monumentum ponit 1647"; sul busto in argento sempre di San Giovenale si legge "Narnia Universa Terremoto preservata anno 1703"; nell’affresco in sala consiliare la scritta  "Carolo Francisco Airoldo Mediolanen patritio gubernatam civitatem Narnia" anno 1711.


"Narnia fa bella mostra di sè", queste sono parole prese da un trattato dell'Eroli da notizie sulla gente di Narni del 1862, ed anche sulla guida turistica della città e territorio di Narni di Don Gino Cotini, che parla con tanto amore della sua città.

In via XX settembre un affresco ricorda il vecchio ospedale di San Giacomo - poi di Santa Trinità - “Hospitii S. Trinita civita Narnia“.
Altre epigrafi si trovano partendo dai testi tratti dal libro dell'Eroli intitolato: Famiglia Alberti di Narni e sull'opera pia quivi da lei fondata.. del 1888; Narnia è ancora presente in documenti (come una fattura del 1942), sotto al grifo reggifiaccola - a caratteri cubitali - della lapide ai caduti del 1946, ed ancora in stemmi e testi di libri praticamente sino agli anni '80, nonchè di recentissima pubblicazione (Il porto di Narnia, di Christian Armadori).


Il bello di gruppi come questo è che consentono di scoprire, condividere e diffondere immagini e testi che fanno ricordare l’antico splendore della nostra città e quanto il nome Narnia sia radicato nel tempo, nella cultura delle nostre genti, ed allo stesso tempo presente ed attuale; è innegabile infatti quanto la nostra città abbia iniziato davvero a "crescere" turisticamente proprio grazie ai film che hanno portato questo nome ad un'attenzione pressochè mondiale (e, contrariamente a quanto molti pensano, di certo non con una connotazione negativa visto che Lewis è un autore molto conosciuto ed apprezzato nel mondo - all'estero si studia nelle scuole); questo oramai innegabile richiamo, se ben organizzato, consentirebbe di sviluppare un lato della città che sarebbe - oltre ad una salvezza per l'economia ed anche e soprattutto per il territorio, massacrato da industrie inquinanti e deturpanti - anche la cosa più intelligente da fare viste le possibilità, ancora in embrione, che potrebbero derivarne.
Narni - anzi Narnia - bella com'è avrebbe molto da offrire, se indirizzata in questo senso, al pari se non di più di altri paesi umbri molto più noti e turistici.

Tutto questo nasce dal contributo di Narnesi e non, accomunati dall’amore per la nostra "superba Narnia", così definita anche nel bando medievale che a tutt'oggi viene letto dal banditore per annunciare l'inizio della festa in onore dello Sancto Patrone Juvenale, e che conclude proprio con la frase “Et che millanta fochi enalluminino la nocte che et li monti et lo piano dello intorno della nostra Civitade vedano splender novamente la superba Narnia”.

Molti altri documenti e testimonianze nella pagina del gruppo 

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