Il Narni Black Festival lascerà entro qualche anno la città che gli da il nome per trasferirsi nella vicina Terni o in una location alternativa rispetto al centro storico della città medievale? Messa in archivio l'edizione 2010 del festival di musica black ormai diventato punto di riferimento di questo genere per storia e successi inanellati negli anni, sale in cattedra un malumore generale intorno all'evento dopo alcune voci e certe dichiarazioni pubbliche rilasciate dagli organizzatori stessi.
Secondo qualche esponente dello staff, Narni comincerebbe a stare stretta alla manifestazione. Qualora dovessero arrivare migliaia di persone in città, si diceva, la stessa avrebbe difficoltà ricettive e logistiche per attrarre folle del genere. Un pensiero rimasto indigesto a chi l'evento lo ha vissuto e, soprattutto, lo ha sostenuto con le proprie attività commerciali. In effetti, dalla serata del sabato a tutto il resto del programma, ad ascoltare il programma allestito come al solito con grande attenzione, al massimo erano accorse centinaia di persone con buona parte degli spazi vuoti in piazza dei Priori.
Da lì i primi malumori con le critiche al programma (mancava un nome di richiamo come ormai lo staff ci aveva abituato?), ai prezzi dei biglietti d'ingresso forse troppo alti e fino ad arrivare al rumour strisciante che vorrebbe il Black Festival prendere la strada Flaminia e fuggire in qualche altra terra promessa.
he l'edizione 2010 non abbia avuto i picchi delle altre passate è sotto gli occhi di tutti. Nessuno, però, si era sognato di prendersela con l'organizzazione. Non è facile tenere il passo di palinsesti con nomi del calibro di Gloria Gaynor, Village People, Earth Wind & Fire e lo stesso apprezzatissimo Solomon Burke. Da qui però a prendersela con la città che da anni sborsa fior di quattrini (siamo nell'ordine di diverse centinaia di migliaia di euro) per un evento ideato e fortemente voluto dall'attuale primo cittadino Bigaroni che era uno dei promotori, il passo dovrebbe essere molto più lungo. Intanto arriva una doccia fredda per l'ipotesi "ternana" visto che alla festa democratica del Pd, il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha ribadito che per jazz e altri festival i fondi non saranno disponibili: evidentemente i pessimi risultati degli scorsi anni avranno contato qualcosa. Siamo nel campo delle ipotesi ma qualche malumore c'è e, probabilmente, avrebbe avuto un effetto migliore un profilo più basso: soprattutto perché la fiducia nell'organizzazione che ha fatto crescere esponenzialmente questo festival è totale
Cesare Antonini
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